Pensione a 65 anni o dopo? Ecco cosa succede con la nuova legge in preparazione

Cosa c’è di più bello di poter percepire una somma di denaro al mese senza dover lavorare attivamente? Questo, in poche parole, è quello che succede quando si va in pensione, dopo aver lavorato per anni, aver raggiunto una specifica età anagrafica e aver versato contributi per un certo numero di anni.

La pensione dal punto di vista emotivo ed economico

Nonostante quello descritto nel paragrafo introduttivo sia il sentimento di molti lavoratori, tanti altri vivono la pensione come uno stravolgimento della propria routine quotidiana e un modo per togliere loro lo scopo della propria vita: il lavoro. Dal punto di vista emotivo, quindi, la pensione può rappresentare un sollievo oppure un peso.

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Le implicazioni che derivano dalla pensione, tuttavia, non riguardano solo la sfera personale, ma anche quella economica: il traguardo pensionistico, infatti, prevede l’erogazione da parte dello stato di una certa somma di denaro, con cadenza mensile, calcolata in base al numero di anni di lavoro effettuati e al numero di anni contributivi, per esempio.

Insomma, il raggiungimento della pensione rappresenta una rivoluzione per la vita delle persone e spazia in svariati ambiti. Proprio per l’importanza che essa svolge, il sistema pensionistico italiano è accuratamente normato e le leggi in materia vengono aggiornate e modificate con regolarità in modo da adeguarsi con l’andamento del mercato e della vita dei lavoratori.

Età pensionabile ed età contributiva

Come accennato nei paragrafi precedenti, i fattori che possono influire sulla possibilità, per un lavoratore o per una lavoratrice, di andare in pensione, sono, tra gli altri, l’età pensionabile e l’età contributiva. Cosa stanno a significare? Lo scoprirai subito. Partiamo, in particolare, dalla prima delle due, ovvero dall’età pensionabile.

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Per età pensionabile si intende l’età anagrafica secondo cui, per legge, è possibile andare in pensione. L’età pensionabile, quindi, rappresenta la soglia d’età, raggiunta la quale sarebbe possibile lasciare il proprio lavoro per godersi la terza età. Ma non è tutto! L’altro parametro necessario per poter accedere alla pensione è l’età contributiva.

Per età contributiva si intende l’insieme degli anni durante i quali il lavoratore o la lavoratrice hanno versato i contributi. E’ proprio il rispetto di questi due requisiti, in contemporanea, a sancire, secondo normativa, la possibilità o meno di poter diventare pensionati. A quanto ammontano attualmente questi due valori?

Età pensionabile e contributiva attuale

Come accennato nei paragrafi precedenti, la normativa in materia pensionistica è in continua evoluzione e viene aggiornata (e modificata) con regolarità con lo scopo di adeguarsi non solo ai cambiamenti sociali (soprattutto in termini di speranza di vita media) ma anche in termini finanziari ed economici. Proprio per questo anche i valori di età pensionabile e contributiva possono variare.

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Attualmente, l’età pensionabile prevista per legge sarebbe pari a 67 anni. Questa soglia è valida sia per gli uomini che per le donne. Per quanto riguarda l’età contributiva, invece, questa sarebbe fissata a 20 anni. I valori qui riportati non sarebbero una novità del sistema pensionistico italiano, in quanto risalirebbero ormai a diversi anni fa.

Questo aspetto non sarebbe da tralasciare: il fatto che siano passati anni dall’ultima volta che è stata modificata la soglia anagrafica e contributiva per poter andare in pensione potrebbe rappresentare, con probabilità, la necessità di una modifica dei due fattori a seguito dell’adeguamento all’andamento del mercato finanziario e della speranza di vita media.

Cosa aspettarci in futuro?

Data l’importanza e la delicatezza del tema in questione, non sono rari dibattici politici e sociali riguardanti il sistema pensionistico italiano, e non solo. La pensione, infatti, può andare ad influenzare, come abbiamo detto all’inizio del presente articolo, non solo la sfera economica ma anche quella emotiva della persona.

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L’ente preposto per la pubblicazione di dati ufficiali riguardanti la speranza di vita media della popolazione è l’ISTAT. Dal momento che la cadenza con cui tali dati sono pubblicati è in genere biennale, potrebbe essere probabile un adeguamento della normativa alle nuove statistiche. Cosa cambierà? Cosa dovremo aspettarci? L’età pensionabile rimarrà invariata?

Dal momento che il trend che descrive l’andamento della speranza di vita media in Italia sembrerebbe essere in aumento negli ultimi anni, potrebbe essere probabile un assestamento del valore dell’età pensionabile intorno a cifre di 68 o 69 anni, in aumento rispetto all’età pensionabile attuale, fissata, come detto, a 67 anni. Per averne certezza, tuttavia, sarà necessario attendere notizie ufficiali.

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