I Verdi lombardi manifestano molta preoccupazione e denunciano l’assoluta mancanza di democrazia partecipativa di un accordo che si sta sviluppando clandestinamente tra Unione Europea e Stati Uniti d’America. Un accordo commerciale i cui risvolti incideranno significativamente sulla vita dei cittadini europei in quanto tocca settori importanti quali la filiera agroalimentare, l’ambiente, il settore farmaceutico, il patrimonio culturale e l’identità digitale.
Per questo invitiamo tutti i cittadini alla giornata di mobilitazione globale del 18 aprile 2015.
A questo proposito di seguito un contributo di Philip Lymbery con il cui staff l’esecutivo dei Verdi Lombardi è in contatto per attivare una fattiva collaborazione.
“Si potrebbe pensare che gli accordi commerciali internazionali non siano il soggetto più interessante per un blog, ma abbiate pazienza, perché ciò che sta accadendo in questo momento l’accordo ci riguarda direttamente e in maniera fondamentale – cambiando il cibo che mangiamo.
Esiste un movimento di protesta in crescita contro il TTIP, il Transatlantic Trade and Investment Partnership, un partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti, un mostruoso accordo di libero scambio tra l’UE e gli Stati Uniti che èattualmente in fase di negoziazione.
Dal mio punto di vista, ci sono diversi elementi preoccupanti riguardo alle proposte in esso contenuto e un grande pericolo che il nostro accesso al cibo equo, sostenibile e sicuro sia messo a rischio qualora gli accordi vadano a buon fine. In breve, le importantissime norme europee sul benessere degli animali, le leggi sull’ambiente e la
sicurezza alimentare in Europa sono minacciati da meri interessi economici. Infatti protrebbe accadere che alimenti prodotti con standard più bassi negli Stati Uniti penetrino il nostro mercato facilmente a discapito dei prodotti realizzati in Europa con standard migliori.
Ma questa è solo una parte della storia. Uno dei maggiori pericoli di questo accordo è la mancanza di trasparenza con la quale la negoziazione è in corso.
Mentre in Europa tutti gli occhi sono puntati sul TTIP, molti negli Stati Uniti guardano all’accordoTPP- Trans-Pacific Partnership. Questo accordo, che include paesi del Nord America, dell’Australia e del Pacifico, ha alcune sorprendenti analogie con il TTIP, non da ultimo le proteste per la segretezza con la quale sono in corso i negoziati.
Come sta succendendo in Europa, l’influenza di grandi aziende agricole è evidente.
Nel suo eccellente report diffuso qualche settimana fa, l’Istituto per l’Agricoltura e le politiche commerciali (IATP) esamina come le grandi multinazionali che commerciano carne stiano plasmando l’accordo TPP. Il rapporto ‘Big Meat Swallows Trans-Pacific Partnership’dimostra come il business agricolo globale stia minacciando il nostro sistema alimentare come mai prima.
Il rapporto mette in chiaro che, con la domanda interna ferma, l’industria della carne è alla disperata ricerca di mercati di esportazione per continuare a crescere. Per raggiungere questo obiettivo, gli ostacoli devono essere abbattuti in altri paesi. Queste barriere possono essere misure protezionistiche a sostegno del settore
lattiero-caseario nazionale, per esempio. Potrebbero essere anche norme di sicurezza alimentare, progettate per mantenere al sicuro i consumatori. Un’ulteriore concessione al grande business agricolo, una cosa chiamata (ISDR) Investor State Dispute Resolution, potrebbe effettivamente consentire alle aziende di circumnavigare la legislazione nazionale e sfidare gli stati se le loro politiche incidessero sugli utili futuri attesi. Cosa agghiacciante che appunto include norme di sicurezza alimentare.
Lo scopo dei produttori di carne industriali in entrambi i casi è chiaramente quello di promuovere il consumo di carne a livello nazionale e aumentare le esportazioni al di fuori della loro area commerciale trovando nuovi mercati e abbattendo le barriere. Questa tendenza in tutto il mondo sta coinvolgendo tutte le regioni come mai
prima.
Questo è il motivo per cui Compassion in World Farming è in prima linea insieme con un numero crescente di organizzazioni affini per fare pressione sulla Commissione e sui governi dell’Unione europea, e riuscire a mantenere il nostro cibo sicuro per la nostra salute, per il rispetto degli animali da allevamento e per il nostro ambiente.
Gli scambi commerciali sono un fattore importante per la crescita dei posti di lavoro e per garantire migliori condizioni di vita, ma solo se sono visti come un mezzo per sviluppare un sistema alimentare sicuro e umano, e non come una scusa per abbandonarlo.”
Philip Lymbery