La manifestazione di oggi che è diventata virale esprime il rifiuto dei giovani ad accollarsi un destino frutto del fallimento delle generazioni precedenti. Molti di loro non hanno ancora venti anni e potrebbero essere ancora in giro nel 2080, costretti a fare i conti con la prospettiva di un mondo anche di quattro gradi centigradi più caldo. Gli effetti di un aumento delle temperature di questa scala sarebbero assolutamente devastanti: fiumi che esondano, e tsunami che devastano le coste; barriere coralline in estinzione, le calotte polari che si sciolgono, facendo salire in modo drammatico il livello dei mari e allagando le coste. Aree del pianeta del tutto inabitabili. Già oggi per fare un esempio l’uso dei combustibili fossili costringe nove bambini su dieci nel mondo a a respirare aria nociva.
La lotta contro i cambiamenti climatici e’ anche una lotta per la giustizia climatica che è giustizia sociale, per colmare i divario tra il Nord e il Sud del mondo,per dismettere le politiche di sfruttamento intensivo delle risorse naturali del pianeta per il profitto di pochi salvo poi rifiutare il fenomeno del fuggi fuggi di popoli che scappano da guerre di potere e dalla devastazione
La rabbia degli studenti nasce dall’impasse e dai farfugliamenti degli adulti che detengono il potere di decidere. Il movimento davanti a questo atteggiamento non aveva altra possibilità che esplodere. La maggior parte dei ragazzi e che scendono nelle piazze non ha ancora il diritto di voto, non ha voce in capitolo e si fa sentire come può. Finora si sono affidati agli adulti che hanno sbagliato.
Su quanto sia giusto scioperare o meno ovviamente la discussione è aperta . Bisognerebbe aprire un capitolo su cosa è o non è “educazione” e si aprirebbe un dibattito infinito tra posizioni incancrenite su uno stereotipo di scuola tradizionale e nozionistica e una visone piu’ realistica e moderna dell’insegnamento . Personalmente e da insegnanti crediamo che tutto ciò che sviluppa il pensiero critico, accresce la presa di coscienza e la responsabilità sia un processo formativo. Ci auguriamo che anche nelle classi, oggi, tra chi è rimasto a scuola e insieme ai docenti , ci sia lo spazio per un serio dibattito sul tema : “non confiniamo il problema fuori dalle aule” è l’appello che rivolgiamo ai colleghi. Più in generale rilanciamo una proposta: alla sostenibilità sia attribuito un ruolo centrale nell’istruzione, non sia relegata a singoli progetti, singole classi e singoli insegnanti, ma diventi la scelta ” politica” del sistema dell’istruzione. A Como, per esempio, questo percorso è stato aperto dalla rete delle 22 Ecoschool di Como, gli ostacoli vengono da fuori, dagli adulti, dalla cattiva politica, dalle cattive amministrazioni.
Come dicono i giovani che sono in piazza oggi “Quando la casa è in fiamme non si può lasciare ai ragazzi la responsabilità di spegnere l’incendio: abbiamo bisogno che gli adulti si assumano la responsabilità di aver appiccato il fuoco.”. Noi Verdi oggi ci saremo . Ci saremo con le nostre cariche da presidente onoraria dei Verdi lombardi, da coportavoce regionale dei Verdi della Lombardia, come docenti, come genitori. Come adulti.
Elisabetta Patelli Presidente onoraria dei Verdi della Lombardia
Cristina Ganini co-portavoce regionale Verdi Lombardia
Aldo Guastafierro co-portavoce regionale Verdi Lombardia