Il presente documento è stato condiviso all’unanimità dalla riunione dei Verdi svoltasi il 6 novembre 2016 che siè tenuta nella sede dei Verdi di Milano di Via Ampere.
PREMESSA
le riforme costituzionali e istituzionali sono di competenza del Parlamento. Calamandrei diceva: “Quando il Parlamento discute di riforme istituzionali i banchi del Governo devono essere vuoti”. Invece in questo caso è stato il Governo che ne ha deciso i contenuti, modalità e tempi di esame e di approvazione. Addirittura la maggioranza ha sostituito 10 senatori dissenzienti in commissione Affari costituzionali con altri dieci tutti renziani e sempre il Governo ha posto più volte la fiducia sul testo della riforma elettorale.
NEL MERITO: E’ UNA RIFORMA CONFUSA, SGRAMMATICATA SBAGLIATA E PERICOLOSA.
CONFUSA: la Riforma del titolo V , dopo le modifiche del governo Amato (che hanno creato un contenzioso infinito tra regioni e stato centrale intasando la Corte Costituzionale di ricorsi), dopo la riforma di Berlusconi-Calderoli che prevedeva un federalismo spinto, un sistema presidenziale e la riduzione dei parlamentari adesso la riforma Renzi-Boschi. invece di riordinare il sistema con un federalismo virtuoso , torna a un centralismo dirigistico e a una confusione di ruoli e di competenze tra Stato e regioni. Inoltre si afferma nella proposta di riforma che il Governo ove preveda l’interesse strategico” faccia valere la “clausola di supremazia”, cioè possa decidere cosa fare,quindi i territori non hanno più competenze per esempio per la localizzazione e costruzione di un grande inceneritore, sulla individuazione di un sito per lo stoccaggio di scorie nucleari, sulla realizzazione del ponte sullo Stretto. Nel contempo però vengono aumentati i privilegi per le regioni speciali, che rimarranno SPECIALI per sempre, perché la riduzione delle proprie competenze può avvenire solo se c’è l’accordo con esse stesse. Cioè mai. Evidentemente il consenso (voti) del Gruppo delle Autonomie sulla proposta di riforma faceva molto comodo.
SGRAMMATICATA: Il Senato viene trasformato in un organo istituzionale ibrido, la cui modalità di elezione non è chiara: i senatori sono eletti dalle regioni tra i propri rappresentanti tenendo conto del risultato elettorale, manca comunque la norma attuativa ordinaria che dice esattamente come questa avviene. CI saranno quindi consiglieri regionali che andranno a Roma e altri che rimarranno nella propria regione…… quelli che andranno a Roma dovrebbero occuparsi del lavoro in Senato e contestualmente continuare a fare i consiglieri regionali. La propaganda del SI afferma che essi sono i rappresentantidei territori, ma in realtà la riforma conferma che non hanno vincolo di mandato e quindi rappresentano tutto il paese. Inoltre non possono rappresentare i territori e neanche la propria regione perché sono scelti in base al risultato elettorale,ovvero al proprio partito. UN VERO PASTICCIO. Inoltre i consiglieri regionali-senatori acquisiscono l’immunità parlamentare: il risultato è che ci saranno consiglieri regionali di serie A, con immunità, e altri di serie B, senza immunità. Le competenze del nuovo Senato sono relative a molti argomenti (esempio legislazione regionale, rapporti con l’Europa, questioni etiche, questioni costituzionali) ma esso può anche richiamare leggi approvate dalla Camera, esaminarle in 20 giorni ed esprimere un parere. La Camera però non ha l’obbligo di tenerne conto. Sempre il Senato può con deliberazione adottata dalla maggioranza assoluta dei propri componenti richiederealla Camera l’esame di un proprio d.d.l.;.la Camera lo esamina e si pronuncia entro 6 mesi dalla data di deliberazione del Senato: potrebbe crearsi un conflitto permanente, un altro pasticcio.
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SBAGLIATA:
-Elemento forte della propaganda del SI riguarda la riduzione dei costi della politica,che però non corrisponde alle cifre stimate dai servizi studi di Camera e Senato. Il Governo prevede con la riforma un risparmio di 500 milioni a fronte di un effettivo risparmio conteggiato dall’Ufficio studi di 40/50 milioni: infatti i costi strutturali della pesante “macchina” del Senato rimangono intatti, dall’ultimo dei commessi al segretario generale. Poi i consiglieri regionali che vanno a Roma non hanno indennità, ma usufruiscono dei viaggi e devono essere pagati per la permanenza a Roma. La vera questione è che questa riforma si inserisce in un clima generale demagogico, populista e antipolitico e lo alimenta. Un esempio fastidioso è il manifesto del SI che dice :vuoi meno politici? basta un si!
- Il SI dice che il processo legislativo sarà più veloce? non mi sembra anche perché più del 90% delle leggi ordinarie oggi sono approvate con solo due letture. il palleggio parlamentare tra Camera e Senato si verifica solo quando non c’è accordo nella maggioranza e/o nel Governo su alcuni punti della legge in esame (ad esempio quando si verifico’ il blocco della riforma della giustizia al Senato, sui termini della prescrizione, con renziani schierati da una parte, con la minoranza interna afflitta dal solito mal di pancia, ma soprattutto Alfano e Verdini dall’altra) e quando il Governo non ha la forza di porre la questione di fiducia: quindi da queste vicende dipendono i lunghi tempi della approvazione delle leggi , cioè dalle divergenze interne a maggioranza e governo debole.
- Altro elemento di propaganda: se vince il SI ci sarà un Governo più stabile e di conseguenza più certezze. non è vero, perché in Italia sono le troppe leggi .spesso fatte male e di difficile interpretazione, a creare crea instabilità e incertezze ! Basti pensare al pasticcio della legge Fornero sugli esodati : neppure dopo ben 5 provvedimenti successivi specifici sugli esodati si è riusciti a mettere ordine e chiarezza.
Sempre in tema di costi della politica è necessario ricordare un altro aspetto che viene poco analizzato: la riforma porta a 800.000 le firme necessarie per indire un referendum(adesso sono 50000) e a 150.000(adesso sono 5000) quelle necessarie per proporre una legge di iniziativa popolare. Lasciamo stare le leggi di iniziativa popolare perché non vi è alcuna certezza che vengano esaminate dalla Camera.; lo scandalo è che per i referendum si porta la quota a 800.000 senza prevedere alcun strumento reale che permetta di garantire una informazione nei confronti dei cittadini, e alcun strumento reale per poter raccogliere le firme, autenticarle e certificarle. Se non c’è informazione e strumenti, alla fine, forse (vedi cos’è successo anche per il referendum di cui stiamo discutendo!!) solo i grandi partiti e/o le grandi associazione di categoria potrebbero usufruire di questo strumento di democrazia diretta.
–PERICOLOSA: potere legislativo rimane in capo al Parlamento solo a parole. Infatti il Governo può chiedere alla Camera di deliberare entro 5 giorni dalla richiesta che un suo provvedimento sia iscritto come prioritario all’o.d.g. e approvato entro il termine di 70 giorni. Il termine può essere prorogato di 15 giorni in base alla complessità della legge da approvare. Il che vuol dire che il Parlamento lavora su richiesta del Governo e sulle sue proposte di legge. Se a questo si aggiunge che il Governo può emanare decreti legge e che essi devono essere convertiti entro 60 giorni pena la loro decadenza il cerchio si chiude: il potere legislativo passa surrettiziamente dal Parlamento al Governo.La Repubblica italiana diventa da parlamentare a presidenziale senza i necessari contrappesi e controlli e senza che ciò sia detto esplicitamente.
Infine, forse l’aspetto più grave, il combinato disposto tra legge elettorale, premio di maggioranza spropositato, Presidente del Consiglio che è anche segretario del partito che si scegli i candidati che verranno eletti in Parlamento, muta radicalmente il quadro, senza i necessari contrappesi, senza organi di controllo autonomi e indipendenti: secondo l’Italicum il partito che vince prende il premio di maggioranza, la maggioranza-per i meccanismi della proposta di legge elettorale è composta prevalentemente da nominati dal segretario del partito , il quale diventa anche Presidente del Consiglio: la maggioranza in Parlamento sceglie i membri della Corte costituzionale, può influire molto decisamente sulla nomina del Presidente della Repubblica e da sola può sottoporre il Presidente della Repubblica alla procedura di stato di accusa. Con questa proposta di riforma della Costituzione non è fantapolitica prevedere scenari altamente preoccupanti.
Osservazione conclusiva: la solita propaganda insiste nella previsione che se vincesse il no ci sarebbe instabilità e incertezza, fuga degli investitori esteri e attacchi speculativi che provocherebbero il fallimento dell’azienda Italia. Lasciamo perdere la fuga degli investitori e dei capitali perché questi si muovono seguendo ben altre logiche che non il successo personale di Renzi , spostandosi sempre e solo dove si può fare businnes. Può darsi che vi sia qualche balletto in Borsa per due giorni , ma nessuna fuga degli investitori perchè Renzi fa una figuraccia . Anche la Brexit ci ha dimostrato sul tema specifico ben altri sviluppi.
Vediamo” l’instabilità e le incertezze”: la riforma Amato sottoposta a referendum fu approvata durante il successivo governo Berlusconi e non successe niente di grave. La riforma Berlusconi-Calderoli sottoposta a referendum fu respinta durante il governo Prodi e non successe niente di grave……la vera questione e’ che Renzi ha personalizzato all’estremo questo referendum, ma se vincesse il no Renzi può benissimo stare dov’è finchè ha la maggioranza e la fiducia in Parlamento. Se si dimette, il Presidente della Repubblica lo rinvia in Parlamento per verificare la fiducia. Se non la ottiene, bisogna comunque fare un Governo per approvare la legge di bilancio (questa elusione di responsabilità si che provocherebbe incertezza nei mercati, se si arrivasse all’esercizio provvisorio!!!) ed una nuova legge elettorale per la Camera, considerato che si attende anche il pronunciamento della Corte costituzionale sull’ITALICUM che sarà espresso dopo il 4 dicembre e una nuova legge elettorale per il Senato. Si profila un periodo tutt’altro che vuoto di attività di Governo , soprattutto nel caso vinca il no. Instabilità ed incertezza sono invece caratteristiche dei periodi di vacanza o inerzia inerzia politica e governativa.